Innsbruck, la bellezza fatta città, nel cuore della natura, un paradiso per gli sportivi.

Amo e ho amato Innsbruck per motivi di studio: ci ho passato un mese del mio dottorato di ricerca, studiando alla Universität Innsbruck con professori interessati alla letteratura italiana contemporanea. Era il lontano 2011. Sono ufficialmente invecchiata.

Ma poco importa, la città resta una meta ambita da non farsi scappare.  Ecco quello che vi consiglio di questa bella città!

Un’estate a Insbruck: cosa ho scoperto a piedi?

Il fiume Inn e le passeggiate

Innsbruck si raggiunge facilmente in automobile, fatto il Brennero, o ancora meglio in treno, semplicemente passando da un treno italiano a un trenino rosseggiante austriaco che vi farà scoprire paesini incantati nelle verdi, alte, incontaminate vallate tirolesi.

Una volta arrivati nella Bahnof (stazione) vi saprete muovere al meglio a piedi o con i mezzi, poiché le indicazioni sono ottime.

Il  nome Innsbruck in tedesco vuol dire “ponte sul fiume INN” che difatti attraversa la città e accompagna la classica passeggiata dei suoi abitanti.  Il fiume è vissuto in ogni stagione, gli austriaci stanno molto all’aria aperta e ad Innsbruck amano passeggiare, correre, andare in bici lungo il corso del fiume.

Il centro di Innsbruck non è grande e si può percorrere agevolmente a piedi tutti i giorni: ho visto studenti in bicicletta, oltre che in bus (i servizi costano poco e sono precisi) e mamme fare running con i passeggini, quando qui in Italia questa attività non era una moda, ma fantascienza pura.

 

Siamo in Tirolo: regione che ha molti e contrastati legami (almeno in passato) con l’Italia. Qui tutti comprendono l’Italiano, ma parleranno più volentieri l’inglese con voi.

Vi consiglio di costeggiare a piedi il fiume e di percorrere tutti i ponti, ognuno dei quali vi porterà in una zona interessante: quella alta in cui si intravede una teleferica, quella universitaria, quella commerciale, quella residenziale. Se ci si sposta con il bus si arriva fino all’aeroporto.

Andando a piedi verso il centro, lungo il fiume Inn si incontra una lunga fila di caratteristiche case colorate, che spesso vengono immortalate nelle foto dai turisti. Dietro c’è il gruppo montuoso Nordkette con la vetta Hafelekar.

 

L’università di Leopoldo I

L’università di Innsbruck fu creata nel 1669 da Leopoldo I, da un collegio dei Gesuiti. Nel 1782 fu declassata a liceo come molte altre università dell’Impero austriaco, ma fu ripromossa università da Francesco II nel 1826. Gli Asburgo, dopo aver gradualmente chiuso l’università di Olomouc in conseguenza della partecipazione di molti professori e studenti ai moti del 1848, trasferirono molte apparecchiature ad Innsbruck. All’apertura di una facoltà di giurisprudenza in lingua italiana, il 3 novembre 1904, tutta la città insorse contro gli italiani lì presenti.

Nel 1969 furono create le facoltà di Ingegneria e Architettura (successivamente divise) mentre nel 1976 quella di Scienze sociali ed economiche divenne autonoma dalla facoltà di Legge e Scienze politiche mentre da quella di Filosofia si “staccarono” quella di Arte e lettere e quella di Scienze naturali.
Dal 2004 la facoltà di medicina si è staccata da questa università, formandone una propria, che si può visitare sempre in centro città ed è legata alla clinica universitaria, la Medizinische Universität Innsbruck.

 

Il Tettuccio d’oro, o The Golden Roof

Il Tettuccio d’oro, con l’ Helbling Haus affrescata e la Torre civica con il tipico tetto a cipolla che hanno le chiese e le torri a queste latitudini, si trova in Hofgasse, uno spiazzale pieno di portici e negozietti.

E’ forse il simbolo più visitato della città.

Il Tettuccio d’oro è anche un museo, dedicato interamente alla figura del re Massimiliano.

Il negozio dellla Swarovski

Preso d’assalto da turisti, ha prezzi inarrivabili per i pezzi rari, popolari invece per doni e piccoli bijoux, rappresenta il punto vendita della fabbrica strafamosa di gioielli austriaci di cristallo di Wattens.

Visitatelo… ma anche no.

Maria Theresien Strasse

E’ la via dello shopping e dei caffè, una delle strade più eleganti dedicata all’imperatrice d’Austria, dove svettano la Colonna di Sant’Anna (o Annasäule); l’Arco trionfale di Maria Teresa, l’Altes Landhaus il vecchio parlamento del capoluogo tirolese. Interessante per l’architettura, meno se non siete patiti dello shopping, ma una passeggiata qui è sempre dinamiche e interessante.

Spostandosi nelle vie limitrofe si può vedere il trampolino dello sci che domina la città dall’alto.

Il trampolino delle Olimpiadi invernali

il trampolino delle olimpiadi

Il Trampolino del Bergisel ( “Bergiselschanze”) è stato inaugurato nel 1930. Rifatto nel 2001, guarda la città dal Monte Isel dall’architetta di origine irachena che viveva e lavorava a Londra, Zaha Hadid.

Ha ospitato i XII Giochi olimpici invernali, i Campionati mondiali di sci nordico del 1933, oltre a numerose tappe della Coppa del Mondo di combinata nordica e della Coppa del Mondo di salto con sci. Ogni anno il 4 gennaio si tiene una delle quattro tappe del Torneo dei quattro trampolini.
Ha naturalmente un ristorante panoramico e locali da affittare per party esclusivi. Di notte il trampolino è illuminato con luci colorate.

 

Dove dormire

In centro si trovano spettacolari hotel e alberghetti con incanto, si va sul sicuro. Oltre alle  residenze per studenti (Studentenheim) si possono provare gli ostelli che sono sicuri e puliti.

Io ho soggiornato anche nella Pension Glockenhaus, in Weiherburggasse 3, con un’ottima posizione, vicino al castello di Büchsenhausen, a Villa Blanka che ospita attività didattiche e convegni, alla splendida chiesa di Sankt Nikolaus. Purtroppo vengo a sapere che ha chiuso i battenti, un peccato perché era il punto di riferimento dei giovani. Ad ogni modo per cercare alloggi vi consiglio due link: Innsbruck.info è il sito gestito dall’Ufficio Turismo di Innsbruck;  Tirolo.com è la guida del Tirolo austriaco con itinerari consigliati. 

*Vi consiglio infine questo interessante approfondimento che racconta l’anima culturale della città, sulla rivista Artribune.