I Mamuthones

Il paese di Mamoiada (Mamujada) in Barbagia è conosciuto per i Mamuthones, le famose maschere sarde con la faccia scura, le pelli di montone e i campanacci sulla schiena che caratterizzano il Carnevale di questa zona. Si distinguono dai Issohadores che vestono in modo colorato e danno movimento alla processione, per il fatto di esser vestiti diversamente e procedere in silenzio. Questo tipico di rito carnevalesco è più una processione danzata che una riproposizione di antiche pantomime, come invce avviene altrove, ad esempio nei carnevali ladini e alpini (GUARDA IL VIDEO).

L’origine dei mamuthones resta discussa, come lo è quella di ogni Carnevale. In generale sono legati ai riti dionisiaci e ai riti di passaggio che sottendono il significato del Carnevale.

Alcuni sostengono che il rito risalga all’età nuragica, come gesto di venerazione per gli animali, per proteggersi dagli spiriti del male o per propiziare il raccolto.

Altri legano queste figure alla vittoria dei pastori di Barbagia sugli invasori saraceni fatti prigionieri e condotti in corteo, o ancora a un rito di assoggettamento del bue, o anche una processione rituale fatta dai nuragici in onore di qualche nume agricolo e pastorale.

Per Marcello Madau, archeologo dell’accademia di Belle arti di Sassari, mancano fonti scritte che testimonino la presenza dei Mamuthones in tempi lontani, anche se si attestano siflate dal XiX secolo.

Il Carnevale

Di fatto il carnevale di Mamoiada, se pur famoso, si discosta dagli allegri carnevali tipici. Sembra più una processione, con aria seria e silenzio.
Inoltre Mamoiada ha ironicamente inventato un’onoreficenza quella dei “Mamuthones e Issohadores ad honorem“ che dal 2003 è andata a Giovanni Lilliu, poi a Francesco Cossiga, Don Giovanni Usai, Paolo Fresu e altri via via fino al Stefano Sardara nel 2019.

Da vedere il Museo delle Maschere Mediterranee

Mamoiada è legata a questa tradizione, ma allo stesso tempo rischia di restare un paese senza giovani. Così grazie a un bando comunale per la valorizzazione del luogo  un giovane l’ha valorizzato. 

 

Grazie al finanziamento è stato fondato un museo, dedicato alle Maschere Mediterranee e al carnevale Barbaricino. A vincerlo, tempo fa, un laureato in Economia che ha creato un business plan vincente. Il museo costruisce un legame tra i piccolo paese della Sardegna interna e le regioni mediterranee sul filo del Carnevale, con reperti, testi, commenti, contenuti multimediali.

La visita al Museo inizia con una multivisione che, con una sequenza di immagini, testi e suoni accompagnati da un particolare commento musicale, introduce il visitatore al Carnevale e alla gente di Mamoiada e, nel contempo, dà conto delle diverse interpretazioni avanzate nel corso degli anni sull’origine e sul significato dei Mamuthones.

Nel secondo ambiente, la “Sala del Carnevale Barbaricino“,  sono presentate una serie di maschere del centro Sardegna. In una quinta scenografica formata da due grandi finestre ad angolo che si aprono, come occhi di una maschera, ad una veduta del paese, sono esposte due maschere complete di Mamuthone e una di Issohadore. Di lato i Boes, Merdules e Filonzana di Ottana e i Thurpos di Orotelli. In una vetrina a parete sono visibili numerose maschere facciali di Mamoiada, alcune delle quali di particolare interesse storico, e di Ottana, nelle diverse tipologie zoomorfe e antropomorfe.

Il terzo ambiente, la “Sala del Mediterraneo”, è diviso in tre ambiti geografici (l’arco alpino, la penisola iberica, la penisola balcanica). Per ogni area rappresentata ci sono alcuni manichini sopra i quali sono proiettate immagini relative a quei carnevali.

da Il Giornale dell’arte

MaMuMask. Il festival internazionale delle maschere.

A Mamoiada dal 28 al 30 giugno 2019 si svolge un festival a tema che parla di  territorio, identità, tradizioni, cibo e vino, cultura, arte, artigianato, musica, danza, sfilate, ospitalità.

Il Cannonanu firmato Mamuthone

C’è un’azienda di famiglia di  Giuseppe e Grazia Sedilesu che produce il Mamuthone Puggioni Cannonau di Sardegna DOC – Puggioni. Aprezzatissimo.  I suoi sono infatti profumi dal chiaro richiamo mediterraneo, note che aprono ad un assaggio con una profondità davvero fuori dal comune. Prodotto in ben 70.000 esemplari, il Cannonau di Sardegna DOC “Mamuthone” di Sedilesu è vino che viene lasciato maturare in grandi botti di rovere per circa 12 mesi, il tempo necessario e renderlo morbido ed espressivo. Rosso rubino scuro, con profumo di frutta matura, prugna e ciliegia, mirto, di vaniglia, di pepe bianco, molto tannico e persistente.
Da provare.

INFO
Dal martedi alla domenica (lunedi chiuso) ore 9.00/13.00 – 15.00/19.00

Dal mese di Maggio fino ad Ottobre aperto tutti i giorni ore 9.00/13.00 – 15.00/19.00

 


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