Dunque sì. Facciamo tutto in casa, cuciniamo e sbizzarriamoci. Ma la finalità non è mangiare gourmet ed esser costretti ad andare al supermercato ogni 3 giorni, per cercare l’ingrediente freschissimo. Non è questo il senso della richiesta di restare in casa, giusto?
Restare in casa significa basicamente accontentarsi. Stare in pace con se stessi. Fermare la routine.
Significa anche pianificare lo svuotamento della dispensa: ve lo dico in altre parole, significa cucinare con gli avanzi e con ciò che abbiamo, senza dover ricorrere al supermercato come quando eravamo in libertà. Perché ora siamo in cattività, ma una cattività a fin di bene, lo sappiamo tutti.
Significa farsi bastare i nostri 60 mq per la ginnastica, la lettura, lo studio, il lavoro, il gioco del bambino, le pulizie, le notizie.
E non siamo falsi, su! La popolazione media non ha il loft in centro città con giardino pensile. Né i truccatori, i fotografi, le colf e le babysitter a casa propria.
Dunque prendiamo esempio dalle persone normali, o dai personaggi (famosi per qualche ragione di merito !!) che mantengono una certa credibilità, una integrità professionale e morale. Non facciamoci dare consigli di detox dall’altra parte dell’oceano indiamo, o di alimentazione da chi ha chi cucina per lui, o farci fare la morale da chi si occupa di vuotezza e di promozione della vuotezza tutti i giorni.
Scusate la franchezza.
#IORESTOACASA /1 : cucinare
Piccole ricette per fare quello di cui hai voglia con gli ingredienti che hai in casa
Plumcake vegano
3 tazze di farina integrale miste (saraceno in minor quantità, perchè non si agglomera poi scegli tra >>> avena, farina 1, farina integrale, cocco, quelle che avete)
5 cucchiai di malto o miele
120 g di uvetta
1 cucchiaino di curcuma
1 cucchiaino di cannella
olio di semi
1 tazza di succo di mela /pera /acqua
1 bustina di polvere lievitante per dolci naturale o 1 cucchiaino di bicarbonato
Mescolate tutti gli ingredienti secchi, tranne l’uvetta, in una ciotola capiente. Mettete al centro l’olio cominciando ad amalgamare il tutto con un cucchiaio di legno. Il composto deve risultare liscio ed omogeneo. Unire all’impasto l’uvetta, dopo averla fatta rinvenire e strizzata; il tutto va messo in uno stampo da plum cake oliato che cuocerà in forno preriscaldato a 180° per 40 minuti.
Si può aggiungere se volete una banana schiacciata o polpa e succo di arancia (per sostituire il succo di mela).
Torta di mele di Nonna Papera
Ve la ricordate nei “Topolino” che avete letto da bambini? Era una torta rotonda, ricoperta, bella alta e con dei tagli sulla crosta. Ma le nostre mamme italiane non l’hanno mai fatta così!
Ecco la ricetta facilissima:
Impasto
360 g di farina
200 g di burro
8 cucchiai di acqua fredda
un pizzico di sale
Ripieno
1.5 kg di mele
50 g di burro
40 g di zucchero
3 cucchiai di farina
un pizzico di cannella
noccioline grattugiate oppure anche pangrattato
1 cucchiaio di succo di limone
un pizzico di sale
Se avete una planetaria, usatela! Altrimenti fate una frolla mescolando con le mani gli ingredienti e i pezzettini di burro ammorbidito. Il ripieno: le mele andranno cotte con il burro fuso in una pentola poi una volta spento il fuoco andrà aggiunto: zucchero, succo di limone, farina, pangrattato, cannella, sale. Un dischetto di frolla nella teglia rotonda, le mele, un dischetto sopra, a cui andranno fatti dei tagli per far uscire il vapore (proprio come lo strudel).
Cuocere 10′ a 220° gradi e poi 25′ a 150°c.
Evergreen Banana Bread
8 cucchiai di burro (40 grammi più o meno)
1 tazza di Zucchero (ma io ne uso molto molto meno: viene bene anche senza)
2 uova
1/4 di tazza di latte
vanillina /vaniglia
2-3 banane mature
2 tazze di farina
pizzico di sale
1 cucchiaino di bicarbonato
noci o gocce di cioccolato
Facilissimo:
Battere lo succero con il burro, poi unire le uova; frullare o schiacciare con una forchetta el banane e aggiungerle; aggiungere farina, bicarbonato, latte, pizzico di sale e le gocce di cioccolato (opzionali). Cuocere 40′ a 180°. Servire freddo o tiepido!
Internet vi può aiutare a trovare tutte le ricette. E soprattutto quelle con pochi ingredienti, o con cibi di recupero. Questi sono alcuni esempi, ma provati!
#IORESTOACASA /2 : esercizio fisico
Io amo lo sport all’aria aperta. Al massimo in piscina. Le palestre non le soffro, sì lo so che va di moda il pilates e altro, ma io le mode…
Quando torneremo a poter uscire sarà estate! Allora vi consiglio questo itinerario nel paese dove vivo, Mazzin, in Val di Fassa, dove si può visitare un sito archeologico nel bosco.
Da quando sono costretta a casa ho iniziato a seguire qualche lezione online di ginnastica mirata, total body e yoga. Che male c’è…
E’ una delle infinite risorse del web. Vi bastano 3 metri per tre e un tappetino.
Forza e coraggio, se siete come me che vi manca l’aria, la montagna, l’acqua clorata, la neve, fate buon viso a cattivo gioco.
Avete sempre odiato la palestra, ora state facendo una delle attività più alla moda e instagrammate dalle influencer! (hastag #chissenafrega).
Tornando politically correct, però, ho molto apprezzato la serie di esercizi di #MichelleHunziker e famiglia, quelli dedicati alle ” iron ciapet “: li trovo utili e simpatici. Da provare, sono sul suo canale #youtube!
#IORESTOACASA /3 : leggere, ascoltare audiolibri e musica, tradurre
Tanto tempo fa comprai a #Barcellona una serie di libri in castellano e catalano. Ho iniziato a leggerne uno e a tradurlo. Come esercizio letterario e professionale, come allenamento di pronuncia e di immaginazione.
Finalmente abbiamo tempo per fare tante letture diverse: a tal proposito vi rinvio qui al mio articolo che consigliava come scaricare epub e ebook e altre risorse editoriali gratuite, tra cui audiolibri.
#IORESTOACASA /4 : decluttering
Il maggior tempo passato a casa ci fa render conto di quanti oggetti inutili dobbiamo spolverare senza usarli, di quanto spazio potremmo recuperare se solo facessimo pulizia di quei maglioni vecchi, di quelle musicassette, di quei souvenir, di quei piattini delle 4 stagioni di coccio scurito che stanno su a malapena…
Dunque, innnazi tutto, ci fa capire se è necessario o meno il #decluttering, parola modaiola che vuol dire “far piazza pulita” di oggetti inutilizzati.
Ecco gli aspetti che più evidenzierei del Decluttering
– PSICOLOGICO: Non è strettamente necessario, ma farlo ci fa bene. Abitare in uno spazio più libero e pulito ci rende migliori, l’ordine fisico aiuta anche quello mentale. Staccarci dalle cose, poi ci rende meno schiavi, più felici, più leggeri, ci aiuta a cambiare, e simbolicamente ci incoraggia ad andare avanti.
– GENEROSO: Certo si può buttare, ma si può anche regalare, prestare, scambiare. Esistono gruppi social per lo scambio, il regalo, lo swap di vestiti e altro, il recupero creativo, come pure i mercatini del baratto o dell’usato, del vintage, che all’estero è sempre stato in voga. Potrete regalare libri, ad esempio o lasciarli nei punti di #bookcrossing libero, senza lucro e autogestito che sono presenti in ogni città. Potrete anche donarli alla vostra biblioteca cittadina, un’azione buona e giusta.
– CULTURALE: ho venduto centinaia, sì centinaia, di libri su #LIBRACCIO, servizio di IBS, dove naturalmente ho anche comprato. Ho lavorato per alcuni anni come assistente universitaria nella facoltà di Comunicazione, quindi tanti tanti libri li ho acquistati solo per gli esami, o come letture collaterali. Alcuni li ho letti una volta sola, altri li ho assolutamente odiati. La vendita su Libraccio ti consente di acquisire un credito che puoi utilizzare per fare nuovi acquisti, più mirati. Ma ci sono tanti altri modi per scambiare o vendere libri, come i gruppi #facebook o altri siti simili.
– SORPRENDENTE: Nel fare pulizia, ritroverete oggetti di cui avevate dimenticato l’esistenza, o che pensavate di aver perso definitivamente. Potrebbe essere una bella sorpresa o un modo per riciclarli: su youtube ci sono veramente tante risorse di riciclo o upcicling di mobili, vestiti o calzature, da vedere.
– INCORAGGIANTE: Vi siete mai domandate, donne, se quel vestito che non mettete mai vi valorizza davvero? Se vi ricorda un evento spiacevole? Se evidenzia un difetto che da sempre cercate di nascondere? Se ogni volta che lo mettere sentite un disagio, perché vi stringe o vi sta male?
Io me ne sono accorta da quando ho raggiunto, come dire, una certa maturità. Sì a volte mi sono anche pentita di aver buttato qualcosa, ma non mi manca, non lo cerco, quindi era giusto sbarazzarsene.
C’è sempre un motivo se non mettete degli abiti. Avete indossato un tale indumento negli ultimi 12 mesi? Ha ancora l’etichetta? Beh è ora di farlo sparire, magari di venderlo. Invece un vestito vecchio ma che vi sta ancora bene, che vi ricorda bei momenti… Da tenere!
Ricordo a tutte la bella scena di “Sex & The City” che rappresenta Carrie, la protagonista, che deve traslocare, lasciando il suo appartamentino pieno di ricordi ma soprattutto di scarpe e vestiti. Chiama le amiche con tanto di aperitivo per farsi dire “take” o “toss“, cioè “tenere” o “buttare”.
Questa è la giusta tecnica, siate giudici di voi stesse.
Sono andata un po’ fuori tema, ma un po’ di futilità specialmente in questo periodo triste, ci fa tirare il fiato.
Abbiate cura di voi e dei vostri cari, e prendete il vostro tempo per far quello di cui avete sempre sentito il bisogno.
#iorestoacasa contro il #covid19 #insiemevinciamo
Sara Bonfili