Giornate del Fai d’autunno.
Il Fai (Fondo Ambiente Italiano) tutela circa 50 beni in tutto lo stivale, oltre ad organizzare le giornate in cu
i questi locali, architetture, palazzi nobiliari e giardini normalmente chiusi al pubblico, sono aperte alle visite gratuite. Inoltre il Fai ad ottobre promuove la raccolta fondi “Ricordati di salvare l’Italia“a sostegno della sua missione di valorizzazione del patrimonio d’arte e natura italiano, attraverso un tesseramento singolo, di coppia o per famiglie. Le aperture in queste giornate erano seicento, in tutta Italia. Chi può dire di conoscere il Castello Aragonese di Ortona, o il Bunker della stazione Termini di Roma?

Esanatoglia

Così è successo anche per noi, che in un pomeriggio qualunque siamo partiti da Fabriano e siamo andati a prendere coscienza delle bellezze di un picolo borgo che vediamo da sempre, che abbiamo battuto in macchina, a piedi, in bicicicletta, ma che non ci eravamo soffermati a conoscere.

Esanatoglia, in provincia di Macerata, a cinque km dalla vicina Matelica, e una decina di chilometri – chilometro più, chilometro meno – dai comuni altrettanto belli di Fabriano, Pioraco, Fiuminata, Castelraimondo e Gagliole.

 

Chiuso dalle mura castellane con la sua rocca da un lato e dal fiume Esino dall’altro, il paese può essere attraversato dalla torre di Sant’Andrea passando sotto l’arco omonimo, attraverso l’asse viario principale, Corso Vittorio Emanuele, con vie secondarie che portano ai rioni, ognuno con la propria piccola piazza, fino alla Pieve di Santa Anatolia. In alto, domina la cittadina il Roccone, o Rocca del Castrum.

Guide storiche della prima media

Attraversato l’arco ci accolgono dei ragazzini simpatici e spigliati, che si sono preparati per farci da guide nelle giornate del FAI. Chiediamo e sappiamo che frequentano la prima media. Le prime due, tra loro, ci spiegano la bella Fonte di San Martino (foto in fondo all’articolo), con origini datate XII secolo e la chiesa di San Martino, di fronte alla fontana. La caratteristica della fonte è che il sistema ingegneristico riesce a rifornirla di falda interna alle mura della cittadina: il fatto di prendere l’acqua dall’Esino, che scorre pochi metri al di fuori del paese, redenva la fonte sciura dagli avvelenamenti durante gli assedi e consentiva a uomini bestie e campi di sopravvivere all’interno della mura cittadine anche in condizioni di guerra. La fonte è oggi perfettamente funzionante e l’acqua buonissima. Le due vasche al di sotto dei due arconi a tutto sesto in pietra sono di divere altezze, la pià alta è destinata agli uomini, l’altra agli animali.

Saliamo la strada e ci viene raccontata la Casa delle Tre Porte – di origine medievale, le cui porte, una dedicata alla vita famigliare, l’altra agli sposi, e la porta di mezzo che veniva smura e murata ogni volta che il padrone moriva e la bara transitava attraverso e il nuovo padrone ne prendeva possesso; la casa è caratterstica e ancora oggi abitata.

Andiamo ad esplorare il bellissimo palazzo comunale, un tempo fortezza dei Da Varano che ne avevano preso possesso nelle annessioni delle terre limitrofe a Camerino (come Gagliole e Castelraimondo). Da qui si domina il paese e si può vedere anche la rocca che fa parte della terza cinta muraria.

Il Comune è dotato di uno splendido giardino pensile che era ancora più ampio prima che il terremo franasse per colpa di un violento terremoto. Ora l’androne a sinistra del giardino , che era stato adibito a centrale elettrica, è stato ristrutturato dopo il terremoto del 1997 ed è visitiabile. E’ detto Loggetta e presenta affreschi restaurati della stessa mano degli altri che vedremo.

Dentro il comune nella scalinata ci attende la tela per la cui attribuzione si sta ancora discutendo. “La Madonna della pace” detta anche “La cacciata dei diavoli da Arezzo“, rappresenta un tema tipico del francescanesimo, dipinto anche da Giotto, che simboleggia le discordie che sfociavano nelle tante guerriglie urbane nell’Italia comunale. Qui i diavoli, con l’Angelo della pace, la presenza di un San Francesco dotato di zoccoli e non di sandali. La tela del Cinquecento, commissionata dai frati osservanti detti anche “zoccolanti”, legati al francescanesimo delle origini contrappone il sacro (Francesco) al temporale (i due cavalieri) uno con la spada longobarda, simbolo delle terre marchigiane, che si inchinano all’angelo della pace.

Gli affreschi dei Da Varano

Nel corridoio che conduce alle stanze del sindaco e del consiglio c’è una bellissima sinopia di un affresco (un non finito, cioè) di un San Sebastiano trovato nella chiesa succursale della Pieve di Santa Anatolia, nata come oratorio della Confraternita del Santissimo Sacramento, che si chiama appunto di San Sebastiano. L’affresco è stato scoperto dall’operaio che la stava ristrutturando dopo il terremoto del 1997, con una martellata di troppo che stata provvidenziale.

Esanatoglia, panorama dal palazzo del Comune

Esanatoglia, panorama dal palazzo del Comune

Le bellezze del Comune di Esanatoglia non finiscono qui, poiché la sala del Consiglio Comunale è interamente affrescata con clicli cavallereschi. Non si tratta di Orlando furioso, ma potrebbe facilmente ricordarci queste letterature e queste iconografie questo “ciclo del Cavalieri”.

 

Le guide del Fai

Le guide del Fai

Le guide del Fai

 

Gli affreschi sono de XV secolo, mutili, (la quarta parete è occupata da un cavaliere che non faceva parte di questo ambiente, ma che è stato ricollocato qui, dopo il restauro). I cvalieri tra cui figurano Giulio Cesare da Varano in tarda età e il figlio Giovanni Maria sono inserite in un paesaggio agreste marittimo, con uccelli in volo e animali da caccia.

gli affreschi

gli affreschi

La fascia dipinta occupava la parte alta delle pareti, mentre la parte inferiore doveva essere decorata più semplicemente

con motivi ornamentali simili a stoffe vere.

Non si tratta di affreschi veri e propri, realizzati con la tecnica del fresco fiorentino, ma pennellate veloci di tempere su calce date sopra i disegni preparatori in grafite, che emergono infatti dove i soggetti non sono stati terminati.

Mancherebbero in questa visita gli affreschi di Diotallevi di Angeluccio, noto anche come il Maestro di Esanatoglia della Pinacoteca civica di “San Francesco”, nella Corte dei Varano. La pinacoteca è stata sede distaccata della mostra “Da Giotto a Gentile” di Fabriano, curata Vittorio Sgarbi, dedicata alla pittura e alla scultura a Fabriano fra ‘200 e ‘300.

Ma noi oggi ci siamo dedicati alle bellezze protette dal FAI. Ogni occasione è persa per viaggiare e conoscere la nostra bella Italia.


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