Proseguiamo con la nostra rubrica di interviste e in particolare con gli incontri con i colleghi travelblogger che più riteniamo interessanti (leggi la scorsa conversazione con Mariella Moresco).

Oggi abbiamo l’onore di conoscere una travel blogger molto seguita. Si chiama Letizia Gardin e il suo travelblog dal titolo cinematograficamente evocativo è www.mangiaviaggiaama.it .

Una donna “normale” che ha un lavoro “normale” ma anche una vita digitale frenetica (con mezzo milione di contatti sul web e su Instagram) che prende le mosse dalla sua passione per il viaggio. Letizia si sposta sempre in coppia e riesce a coniugare l’impegno di tour leader.

Ha da poco dato alle stampe una pubblicazione su una delle sue esperienze

Il suo primo libro è “Mille e un Marocco. Mangia Viaggia Ama nel Paese più colorato del mondo che narra del viaggio nella terra delle kasbah, del tè alla menta e degli hammam, dei mercati dai cento colori, delle bellezze da “Mille e una notte”. E noi le abbiamo chiesto di parlarcene.

Letizia, presentati ai nostri lettori che non ti dovessero conoscere: come definisci il tuo lavoro?

“Iniziamo con la domanda più difficile in assoluto, se chiedeste a mio marito o a mia madre che lavoro faccio faticherebbero a rispondere. Volendo riassumere, mi divido tra un lavoro offline ed uno online. Mi occupo da un lato di assistenza congressuale e segreteria organizzativa di corsi di formazione, dall’altro lavoro come blogger e content creator, soprattutto a tema viaggio ma non solo. Ciò significa che scrivo articoli, per il mio blog e per altri portali, e creo contenuti da condividere sui social network per le campagne promozionali di vari clienti nel settore”.

Con i tuoi tanti viaggi perché proprio un libro sul Marocco?

“Si è trattato di una scelta casuale ma quasi obbligata: quando la casa editrice mi ha contattato per chiedermi di scrivere un racconto di viaggio, che avrebbe fatto parte di una collana più ampia su questo tema, mi sono chiesta quale tra i miei viaggi potesse essere più interessante da raccontare. Ci sono stati viaggi su cui avrei molto più da dire a livello di informazioni pratiche, se dovessi scrivere quindi una guida turistica, ma in un racconto contano di più le esperienze, le emozioni e gli aneddoti. In questo senso il Marocco è stato il primo pensiero perché mi aveva regalato tantissimi incontri e curiosità. È chiaro che non vuole essere quindi una guida al Marocco, non pretendo di conoscere questo Paese meglio di altri dopo un solo viaggio, è una singola esperienza ma credo che soprattutto alcuni passaggi possano essere spunti di riflessione interessanti per altri viaggiatori”.

Quali mete imperdibili suggerisci?

“Per un primo viaggio in Marocco consiglio di visitare innanzi tutto le quattro Città Imperiali – Fez, Marrakech, Meknes e Rabat – e unire almeno un pernottamento nel deserto. Nel corso del mio viaggio ho fatto anche un paio di deviazioni da questo percorso per raggiungere Chefchaouen, la famosa città blu tra i monti del Rif, e poi Essaouira sulla costa. Ho amato tutte le tappe perciò faticherei a dire quali tralasciare!”

Che tipo di mescolanza di cultura si trova in Marocco?

“Il Marocco è una destinazione in cui si incrociano la cultura araba, berbera ed europea. A seconda della località di percepisce di più l’influenza spagnola, quella francese o quella berbera. Ci sono momenti in cui sembra di passeggiare in Andalusia, altri in cui ci si ritrova nel mezzo di un villaggio di montagna che pare uscito dalle Alpi, e poi i luoghi più chiaramente arabi come medine e ksar. Una mescolanza ricchissima che rende il Marocco davvero affascinante, diverso dall’Europa ma con molti punti di contatto che lo rendono per noi “familiare” ed accogliente”.

Quali sono le sensazioni che restano dopo aver visitato questo paese?

“La sensazione che mi è rimasta di più è la gratitudine per l’ospitalità e la gentilezza delle persone. Può sembrare paradossale ma penso prima di tutto proprio alle persone, prima ancora che alle bellezze naturali o artistiche che pure sono tantissime”.

Ti sono mai capitate situazioni spiacevoli o pericolose, lì?

“No, nessuna situazione pericolosa. L’unica che potrei definire spiacevole è stata forse l’incontro con alcuni ragazzini che a Marrakech hanno cercato di convincerci che il mercato in cui volevamo andare fosse chiuso. In generale, sono sempre riuscita a tenere a bada anche i venditori più insistenti con un semplice ‘shukran’ (grazie) pronunciato in modo deciso”.

Cosa consiglieresti a chi intenda pianificare un viaggio marocchino?

“Di non lasciarsi condizionare da tante cose che si leggono anche in rete e in generale dal pregiudizio. Di informarsi, pianificare il proprio itinerario, mantenendo però la mente e il cuore aperto perché alla fine la bellezza del viaggio sarà data soprattutto dagli incontri e dalla gentilezza delle persone”.

Ringraziamo infinitamente Letizia per il suo contributo e prendiamo spunto per il prossimo viaggio!

I suoi riferimenti:

Facebook

Instagram

Web

e il link per l’acquisto del libro.

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