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La città che muore – scopri il video

 

 

 

 

Civita di Bagnoregio, la famosa “città che muore”, detta così perché si erge su una collina di tufo che anno dopo anno si sta gretolando per colpa di frane e terremoti.  L’ho visitata durante un capodannoin cui ho unito il jazz di UMBRIA JAZZ WINTER

Tra la Valle del Tevere, il lago di Corbara e il Lago di Bolsena (guarda anche QUI)

 

La Valle dei Calanchi

Si trova nel viterbese, nel comune di Bagnoregio, centro più grande che dista soli 2 km. Qui i calanchi sono una caratteristica territoriale della Tuscia.

Un centro incantato, di origine etrusca, con modifiche e crolli: gli interventi romani, medievali e rinascimentali hanno preannunciato quelli attuali, volti ad evitare il crollo di parti del paese, come la strada principale che vi conduce e il ponte in cemento armato, ricostruito recentemente.

Una tassa per entrare

Si contribuisce con il biglietto a mantenere in vita questa cittadina che si sgretola nel tempo. Uno dei luoghi più visitati del mondo, vive oggi grazie al turismo.

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Orvieto. Umbria Jazz Winter

Chi ci conosce sa che siamo appassionati di jazz e abbiamo affidato agli incontri musicali le prime interviste e i primi servizi di questo blog. Quindi il viaggio che raccontiamo oggi riguarda l’Umbria Jaz Winter di Orvieto (TR), raccontato solo marginalmente, e il villaggio incantato d Civita di Bagnoregio (VT).

Di Orvieto ci siamo goduti il centro bellissimo, denso di persone giunte per la versione invernale dell’Umbria Jazz, rilassate ed interessate ai concerti e alla cultura di questo bellissimo posto costruito, com altri e quello che stiamo per descrivere, su una rupe rocciosa.

I luoghi della musica  dell’UJ sono stati il teatro Mancinelli, il museo Emilio Greco, le sale del Palazzo del Capitano del Popolo, il Palazzo dei Sette, il “Malandrino” e il “San Francesco”.

Ospiti: Funk Off , street band toscana con il suo mix di funky e tradizioni musicali di New Orleans; Piero Odorici e Daniele Scannapieco ai sax, Andrea Pozza al piano, Aldo Zunino al contrabbasso e Antony Pinciotti alla batteria. Tra i concerti: Paolo Fresu, Ethan Iverson, l’ensamble con Ben Street e Lewis Nash dedicata a Bud Powell, che doveva essere condotta da Barry Harris che è stato sostituito da Dado Moroni al pianoforte. Poi Paolo Fresu, Richard Galliano e Jan Lundgren; Enrico Rava e Fabrizio Bosso, il Big Easy trio con Karima, Mauro Ottolini, Oscar Marchioni, il quintetto di Alan Harris, la Bob Malone Band.

I prossimi appuntamenti saranno a Terni con Umbria Jazz Spring 2 dal 18 al 22 Aprile, a  Perugia per Umbria Jazz 19 dal 12 al 21 luglio 2019 e a Orvieto per Umbria Jazz Winter#27, dal 28 dicembre 2019 al 1 gennaio 2020.

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