Nel Four Points by Sheraton del capoluogo altoatesino da oggi alle 18.00 è visitabile la mostra “Presenze” di Matthias Sieff.

Nella materia del legno, le cui venature sono testimoni del tempo e i cui colori omaggiano la tradizione dei “pitòres” ladini, Sieff racchiude la forza della Natura e delle sue tante “Presenze”.

 
Inaugurazione (non in presenza, secondo le norme anti-covid19) ore 18.00 del 20 gennaio 2022.
 


Indirizzo:
Via Bruno Buozzi, 35, Bolzano 39100 Italia
Info: +39 0471 195 0000



Il testo del critico Fiorenzo Degasperi

Le sculture di Matthias Sieff sono presenze lignee, solide, resistenti e materialmente visibili, coinvolgenti il tatto oltre che lo sguardo. Sono presenze vive e mutanti nel tempo, perché il legno – in Grecia definito con la parola hyle, la materia prima – si lascia andare ai cambiamenti della temperatura, modificandosi con il caldo e con il freddo. Queste sculture dall’immediatezza figurativa occupano uno spazio fisico, dilatando l’aura che le circonda, perché il legno è il depositario dello scorrere del tempo e come tale crea una superficie dove sguardo e mente devono entrare con circospezione.


Sono figure di animali, figure di persone, figure nate dalla mitologia ladina, dalla natura e dalle molteplici realtà di cui è composto l’universo dell’artista.
È questo bagaglio di tradizione e di innovazione che permette a Matthias Sieff di raccontare gli accadimenti del mondo, di far uscire dal legno quelle immagini che sentiamo vicine, in sintonia con il mondo attorno a noi. Perché il legno è sostanza primordiale viva. E ha anche un ruolo sonoro oltre che di “pelle”/corteccia su cui gli antichi druidi scolpivano le loro storie, chiamate altresì ogam. Racchiude i suoni della foresta, accoglie ed espande come un eco gli accadimenti del territorio, assommandoli ai suoi fruscii, battiti e colpi secchi. Anche quando brucia si sentono cantilenare l’agonia e gli ultimi sussulti prima della morte.

Dopo, quando è cenere, arricchisce la Madre Terra, contribuendo al sottile gioco universale dell’eterno ritorno, del ciclo della morte e della rinascita. Ben lo sanno i musicisti che ne traggono virtuosismi amplificati da Eco, la ninfa delle montagne perdutamente innamorata di Narciso, trasformata in silenziosa roccia dalla gelosia di Era e costretta a ripetere soltanto le ultime parole.


Altresì il legno ha un profondo valore olfattivo: la linfa di alcuni alberi produce oleoresina che, una volta estratta ed essiccata, diventa incenso, caro agli dèi e ai Santi. I principi della menzogna, i demoni, e in particolare quelli malvagi, disdegnano e rifuggono i vapori dell’incenso. Inoltre il profumo aromatico dell’anima del legno diventa memoria olfattiva e, indipendentemente dai contesti, possiede un’insolita forza evocativa e immaginativa.


Matthias Sieff è un sapiente manipolatore della materia lignea, figlio di una tradizione ricchissima – i ladini costruttori di giocattoli (chiena), di statue di Santi e di Cristi pensanti che sono diventati Crocifissi sugli impervi sentieri di montagna –, una tradizione che affonda le radici nell’arcaico mondo medioevale. Ma oltre che scolpire, incidere e tagliare, l’artista sa interpretare il cuore e l’anima intuendo che il legno racchiude in sé la memoria del luogo: scolpisce sulla pelle – la corteccia, che nelle sue rugosità racchiude sentieri che si biforcano, incroci, aperture e chiusure – forme che diventano storie e leggenda, testimoni silenziosi dello Zeitgeist, lo spirito del tempo.

L’arte comporta sempre una tecnica e una scienza. Quest’ultima implica un aspetto di saggezza che unisce i dati razionali a dei principi universali. Sieff artista e artigiano unisce e ci restituisce attraverso la lavorazione, intelligentemente e concettualmente, le potenzialità insite nel legno, scavalcando separazioni formali frutto di pregiudizi rinascimentali. Un tempo si chiamava artigiano ogni artista che produceva un oggetto, e ogni disciplina che esigeva non soltanto un sapere teorico ma anche un sapere pratico era un’“arte”. La saggezza sta nel riunire quelli che oggi sono diventati due mondi.

E Sieff è riuscito a coniugare ciò che il moderno ha separato.”

 

 

BIOGRAFIA

Matthias, classe  1982 e residente a Mazzin (TN) tra le Dolomiti della Val di Fassa.
Ha conseguito il diploma di Maestro d’Arte, di Scultore del legno e la Laurea in Arti Applicate.
Dal 1996 al 1999 frequenta L’Istituto d’Arte a Pozza di Fassa, dal 1999 al 2002 la Scuola per aspiranti scultori a Selva di Val Gardena seguendo anche i corsi serali di plastica e disegno col Prof Tone Da Cudan.
Dal 2002 al 2006 è studente all’Università di Arti Applicate di Vienna sezione scultura, è seguito dalla Prof.ssa Gerda Fassel con la quale si laurea il 30 giugno 2006 con ottimi voti.

CONCEPT

La sua ricerca artistica si basa sullo studio del corpo femminile e maschile ed è caratterizzata da un’interpretazione forte e personale.

Le figure, erette, hanno spesso capi leggermente girati verso l’alto, un torace voluminoso che è sorretto dalle gambe. Spesso le sue figure non presentano le braccia perché tutto ciò che devono dire, l’essenziale, è già presente.

Le figure sono molto statiche e stabili. Sono caratterizzate da una costruzione tettonica dove ogni singolo elemento sorregge ed è sorretto, così come un edificio, costruito piano su piano.
Tutte le figure presentano una costruzione basata sull’incrocio di assi orizzontali e verticali.

Talvolta per evidenziare maggiormente l’asse orizzontale le figure vengono rappresentate con le braccia aperte.

Spesso Matthias si ispira ai Moai dell’Isola di Pasqua. Tali colossi hanno lo stesso carattere e freddezza come la sfinge egizia che si trova innanzi alle Piramidi. Consapevolmente egli rappresenta le sue figure in una posizione statica, in modo che la monumentalità sia ancora più marcata.

La problematica delle forme corporee è importante per l’artista poiché la raffigurazione del corpo deve oltrepassare le proporzioni ma le forme devono comunque essere sempre in simbiosi tra loro e basarsi sull’anatomia umana. Le forme sono semplificate e geometrizzate ma rimangono sempre ancora organiche. Un passo per trovare nelle figure la giusta tensione.

Utilizza sempre materiali che al contrario di tante forme d’arte attuali, diano una spiccata durabilità nel tempo.

Le opere vengono sempre cromate con colori molto coprenti e brillanti, in modo che anche la superficie esterna assuma la sua importanza, quasi fosse un abito.

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