Se il luogo nativo è oggetto di spontaneo amore ed affetto indifferentemente da tutti gli uomini; se l’amore della Patria natale spinge tutti con la sua dolcezza, ne permette che ci si dimentichi di essa, noi, per la stessa ragione, e secondo natura, siamo portati ed avvinti ad amare Jesi, nobile città della Marca, insigne principio della nostra vita, terra ove l’illustre nostra madre ci ha dato luce, ove la nostra culla risplendette, con che questa città, la nostra Betlemme, terra di Cesare e nostra origine, è incisa nella nostra mente e profondamente radicata nel nostro cuore. E tu Betlemme, città della Marca, non sei la più piccola tra le grandi città della nostra stirpe. Da te infatti è uscito il principe dell’Impero romano chiamato a reggere e proteggere il tuo popolo e non permettere che tu debba ancora essere sottoposta ad un governo nemico. Sorgi, dunque, prima genitrice e scuoti l’angusta oppressione del nostro oltraggiatore. E poi che questi, per sua evidente ingratitudine, ha dimenticato di noi e dell’Impero stesso – prestato alla Chiesa, mandandovi il nostro diletto figliolo.

 

Questa famosa lettera, inviata dall’Imperatore alla città di Jesi, nell’agosto del 1239, testimonia l’attaccamento dello Svevo alla città dove nacque per caso il 26 dicembre 1194 da Costanza d’Altavilla e Enrico VI.

All’imperatore Federico II è stato dedicato il museo interattivo Stupor Mundi, inaugurato a luglio 2017 a Jesi. Installato a Palazzo Ghislieri, nella piazza a lui dedicata, vi sono 16 stanze, che iniziano dalle orgini fino alla consolidamento del mito di Federico II. Entriamo e siamo subito immersi nel buio e nelle luci dei bei centri marchigiani che sono in un certo modo collegati alla sua storia. In una tenda si svolge la vicenda della Stanza 1: Costanza d’Altavilla, dà alla luce il suo primo figlio all’interno di una tenda posta nella piazza della cattedrale di San Floriano e dove oggi sorge Palazzo Ghislieri.

Nella Stanza 2 conosciamo la famiglia e la dinastia: i nonni di Federico II, Federico Barbarossa e Ruggero d’Altavilla, rivivono attraverso antiche miniature e dipinti che, prendendo vita, raccontano al visitatore le loro storie e le loro imprese. Parlano anche i suoi genitori, suo padre Enrico VI e sua madre Costanza d’Altavilla.

 

 

foto Binci

Stanza 3: orfano di entrambi i genitori a quattro anni, Federico II viene affiancato da un consiglio di reggenza e protetto da papa Innocenzo III, suo tutore. Emancipato a 14 anni, sposa Costanza d’Aragona, poi si reca in Germania, dove viene incoronato re nel 1215. La vittoria dei francesi contro gli inglesi a Bouvines, facilita la sua presa di potere in terra tedesca.

Stanza 4: Non solo re di Germania e di Sicilia, ma anche imperatore del Sacro Romano Impero. La voce del Cardinale Ugolino d’Ostia conduce il visitatore all’interno della Basilica di San Pietro, ben diversa da quella attuale. All’interno di questa sala è possibile ammirare una ricostruzione della Basilica di San Pietro di epoca romanica, quella in cui Federico II di Svevia venne incoronato insieme con la moglie Costanza.

Stanza 5: Federico II e la sua Sicilia, tra le architetture arabo-normanne. Le architetture sono il lascito più imponente di Federico II: a Lucera, la città pugliese dove egli fece trasferire i saraceni ribelli, riconoscendo loro libertà di culto fece edificare il Palatium; nel Regno di Sicilia fece csotruire fortificazioni e castelli, primo fra tutti Castel del Monte, e a Capua c’è la porta oggi quasi totalmente distrutta, dove erano raffigurati, oltre all’imperatore, i giuristi della sua corte, Taddeo da Sassa e Pier delle Vigne,per la Costituzione di Melfi del 1231. (Tutto nelle stanze 6, 7 e 8). Nella Stanza 9 incontriamo a grandezza naturale i 4 papi che hanno attraversato la vita di Federico, Innocenzo III, Onorio III, Gregorio IX e Innocenzo IV. A darci l’imponenza le loro vesti liturgiche e le riproduzioni in 3d.

Entriamo, spinti dalla forza del tempo e della fantasia, nella decima stanza: conosciamo l’unica crociata di Federico II, conclusasi positivamente con l’arte della diplomazia tra 1228 e il 1229. Nella stanza 11: dopo la crociata in Terrasanta, Federico deve fronteggiare la ribellione dei comuni del Nord Italia appoggiati prima da papa Gregorio IX, poi da Innocenzo IV. Ed è questo il periodo più difficile per l’Imperatore, narrato dal figlio Enzo, al comando dell’esercito imperiale come vicario.

Stanza 12. De arte venandi cum avibus (L’arte di cacciare con gli uccelli rapaci) rimase incompiuta, fu fatta copiare e miniare grazie ai figli di Federico, Manfredi e Enzo. Lo scritto non ebbe grande successo all’epoca poi divenne famosissima, riscoperta da etologi, naturalisti e falconieri. Perchè Federico è lo stupore del mondo? Perchè Federico facilitò la diffusion – interpretandole lui stesso – dell’Astrologia, della Musica, della Scienza e della Poesia. La lirica siciliana, laica e amorosa, diffusa nelle sua corte , contribuì notevolmetente alla fondazione della lingua italia e all’invenzione della forma del Sonetto come vediamo nella sala 13.

Nella stanza 14: si giunge al cospetto di Federico II, lo Stupor Mundi che ancora oggi affascina e incuriosisce. Federico parla di sé ai visitatori e espone gli ideali che hanno guidato la sua vita e le sue scelte. Nella 15esima stanza si raccontano i matrimoni di Federico II di Svevia e le tragedie dei suoi eredi, nella L’imperatore fu definito Stupor Mundi e Anticristo, curioso, iconoclasta, peccatore, a conferam dell’ambivalenza del mito federiciano, come spiegato nell’ultima sala museale.

Ci imbattiamo nelle rovine medievali ritrovate quest’estate in una delle principali piazze di Jesi. Due zone con due diverse datazioni delle opere murarie ritrovate in piazza Colocci, tra il Palazzo Colocci e Palazzo della Signoria, dell’architetto Francesco di Giorgio Martini. Risalenti al XIII secolo testimoniano la volontà di ricavare uno spazio aperto davanti al Palazzo della Signoria che si stava per costruire.

“Dagli attuali scavi che evidenziano come siano stati rasi al suolo degli edifici per la costruzione del Palazzo della Signoria”, aveva detto il Soprintendente della Regione Marche, Carlo Birrozzi. “Ben emerge la volontà della Jesi del ‘400 di rinnovarsi profondamente per rafforzare il ruolo di città leader del territorio, dopo la nascita di Federico”. E però la novità è che gli scavi, che già son stati visitati da molti turisti, saranno presto interrati, secondo la scelta dell’assessorato alla cultura di Jesi.

Dopo esser strati mappati e registrati con il drone, con uno speciale sistema di protezione dagli agenti atmosferici saranno ricoperti, per valorizzare la piazza e il suo palazzo Colocci – a detta dell’assessore alla cultura Luca Butini.

INFO UTILI

*Per visitare il museo in piazza Federico II, 3 si pu contattare lo 0731 084470 e biglietteria@federicosecondostupormundi.it

 

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https://www.youtube.com/watch?v=iZ8HPXkhBI0


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