IBIZA non è solo mare e divertimento. E’ anche aria pura, sport e natura. Sì, vero.

Ma da lavoratore.

Il contributo del nostro collaboratore Marco per una vacanza molto speciale

Una risposta affermativa da parte di una fattoria biologica e prenoto un biglietto aereo Roma-Barcellona per due giorni dopo. Alle 9 di mattina sono già a Barcellona e ho tutto il tempo per girarmi la città, tanto il traghetto per Ibiza viaggia tutta la notte partendo la sera tardi. Con tutta tranquillità riesco a visitare Montjuic e Miramar, prendendo la teleferica del porto, a fare un giro nel mercato della Vucciria, a rilassarmi al sole delle spiagge della riva. Il traghetto è quasi vuoto, un vantaggio enorme per godermi il viaggio.

La mattina presto riesco vedere il sorgere del sole dal mare, uno spettacolo per il quale ben raramente si trova il tempo o la possibilità nella vita quotidiana, almeno nella mia. Guardandolo si comprende perché i Greci ritenessero che la Terra era circondata da Oceano presso il quale viveva Eos, (Aurora per i Romani), sorella di Helios (Sole) e Selene (Luna).

L’arrivo a una città via mare è sempre molto suggestivo. Ho tempo per dare un’occhiata alla parte antica di Ibiza, Dalt Villa. Arrivo alle 14 alla fattoria nella quale ci si siede a tavola per il pranzo (comida) ancora più tardi rispetto ai normali ritmi spagnoli: si inizia a mangiare alle 16. Di conseguenza la cena non viene mai consumata prima delle 21 e 30.

La fattoria è situata sulla via che conduce alla splendida spiaggia di Benirras. Questa stretta cala guarda a ovest ed è pertanto nuovamente riconducibile a Eos ed Helios: sull’isola è ben noto che da qui nei mesi estivi si può ammirare il tramonto del sole sul mare.

Essendo marzo, la mia visita alla spiaggia nel pomeriggio del mio arrivo non è ripagata, nonostante il bel tempo, da uno spettacolo senz’altro meritevole.

il lavoro della terra in un’azienda agricola

Il giorno seguente inizia la mia cooperazione au pair, che rientra programma Wwoof. Si tratta di un’associazione che mette in contatto persone disposte a offrire la manodopera alle aziende agricole, soprattutto biologiche, in cambio di vitto e alloggio. Rappresenta da un lato un ottimo modo di visitare un luogo e di fare nuove esperienze, dall’altro ciò permette agli agricoltori di avere un aiuto, ma anche di poter promuovere lo scambio culturale.

Nei seguenti giorni lavoro insieme a Raul e Laya, i due giovani agricoltori della fattoria (granja), alla preparazione del bokashi, una ricetta origine giapponese per concimare la terra.

 

Iniziamo dalla raccolta dei materiali. Si devono innanzitutto riempire numerosi sacchi di terra e raccogliere il truciolato formato da foglie e piccoli rami secchi. Quest’ultimo può essere arricchito da un altro truciolato a base del frutto della pianta del carrubo, la cosiddetta carruba, che, una volta raccolta e messa nei sacchi, è stata portata alla macina di un vicino.

Segue la ricetta del bokashi, la cui preparazione è durata tutto un giorno:

  1. creare uno strato di truciolato e piccoli rami secchi, aggiungendovi anche la carruba triturata.
  2. al di sopra aggiungere uno strato di terra.
  3. uno strato di letame.
  4. uno strato di farina di grano.
  5. uno strato di carbone e cenere.
  6. versare acqua con lieviti e zucchero.

Tale operazione è stata ripetuta fino a esaurimento degli alti cumuli di materie prime.

Prima il dovere poi il piacere. L’ultimo giorno a Ibiza ho potuto partecipare a un’escursione a piedi organizzata da Raul, che si occupa delle attività sportive, tra le quali anche il kayak e l’arrampicata libera.

Il paesaggio dell’isola è davvero molto bello e le scogliere sul mare non sono ancora visitate in massa dai turisti. Peccato che il giorno dopo devo ripartire. Il viaggio che mi aspetta è molto lungo, poiché l’isola è raggiungibile dall’italia con l’aereo solo a partire dal mese successivo. E oltretutto volevo, per una volta evitare di viaggiare in aereo, cosa che impedisce di percepire la distanza percorsa e di almeno vedere i luoghi tra la partenza e l’arrivo.

Alle 10 mi imbarco per Barcellona. Per fortuna il viaggio procede liscio come il mare che non è minimamente increspato dalle onde e la nave attracca addirittura con qualche minuto di anticipo. Un ritardo considerevole mi avrebbe costretto a pernottare a Barcellona. Invece riesco a prendere la nave diretta a Civitavecchia, che alle 22 stacca gli ormeggi.

Dopo alcune ore di riposo, mi sveglio a osservare l’alba sul mare e il passaggio nello stretto di Bonifacio, tra la Sardegna e la Corsica.

Seguo il sole fino al suo tramonto quando ormai la nave ha gettato le sue ancore nel porto di Civitavecchia.