Da vedere in questa bella città marchigiana, che è comparsa anche nello spot delle Marche con lo jesino ex ct della nazionale di calcio Roberto Mancini , e che ha tanta storia alle spalle, ci sono tante curiosità!
Eccone alcune che consiglio personalmente.
Cosa scoprirai nell’articolo:
Il Centro storico di Jesi
Jesi è nobile e popolare, circondata da mura rinascimentali ritrutturale, con torri importanti come il Torrione di Mezzogiorno e il Torrione di Montirozzo. La cosa particolare è che, arrampicate nelle alte mura, troverai delle piante di capperi, chissà perché stanno così bene lassù…
Arrivato in centro, troverai anche il Duomo di Jesi, dedicato a San Settimio, la chiesa di San Nicolò, la più antica e che si dice sia stata usata dai Templari, lungo il Corso Matteotti. Qui troverai, nella piazza a lui dedicata, anche il monumento a uno jesino illustre, il compositore Giovanni Battista Pergolesi.
Il corso Matteotti si conclude con l’Arco Clementino, eretto nel 1723 in onore di Papa Clemente XII. Il centro continua con Corso Cavallotti.
I palazzi nobiliari
A Jesi i palazzi sono davvero tanti! Cito solo i miei preferiti, ma ti invito a scoprirli tutti.
Poi non puoi mancare Palazzo Ghislieri, sede del museo dedicato a Federico II. Il palazzo venne eretto per volere del conte Gregorio Ghislieri, su delle fortificazioni medievali.
Poi imperdibile è Palazzo Ricci, in piazza Gaspare Spontini, all’angolo con l’antico cardo massimo, davanti a Palazzo Leopardi, e di fianco al Municipio. Uno dei migliori esempi dell’Architettura rinascimentale della città con la facciata a punta di diamante, come il più noto Palazzo dei Diamanti a Ferrara.
Scopri anche i vari Palazzi Honorati, di una famiglia ugualmente famosa, in centro storico: in via Posterma 3, in via Giambattista Pergolesi, 33 , in via Via delle Terme 6 e 8, in Corso Giacomo Matteotti, 26 e 29.
Il palazzo rococò Balleani disegnato nel 1720 dall’architetto romano Francesco Ferruzzi. Sulla facciata, che compare nella nostra foto di copertina, vi è la balconata in ferro battuto sorretta dai quattro telamoni (1723). Gli interni sono ugualmente ricchi, con i soffitti con volte a specchio e raffinati stucchi dorati. Io lo adoro!
Il Palazzo Pianetti, quello che ospita la Pinacoteca, in stile barocco a partire dal 1748 per volere del Marchese Cardolo Maria Pianetti, nobile e benefattore della città.
Il palazzo della Scuola Industriale, particolare in stile eclettico, in Corso Giacomo Matteotti, 52. Eretto nel 1923 dall’ingegner Vannozzi che si ispirò ai fasti imperiali romani.
La Biblioteca Planettiana
Visita anche il Palazzo della Signoria, in Piazza Angelo Colocci, 1, un tempo sede della magistratura ma che fu anche prigione, disegnato da Francesco di Giorgio Martini. Oggi è sede della biblioteca pubblica di cui abbiamo parlato ben in questo video.
La fondazione Cassa di Risparmio di Jesi e le sue mostre
Ne abbiamo parlato in questo video, dedicato alla mostra sui futuristi marchigiani capeggiati da Ivo Pannaggi con Balla, Boccioni, Carrà, Depero e altri. Fantastici i futuristi marchigiani! Scoprirai delle chicche che non immaginavi.
La Fondazione conserva una collezione privata d’arte antica e moderna, organizza periodicamente mostre tematiche da non perdere. Non ultima, quella recente di un’altra jesina illustre, Virna Lisi.
La Pinacoteca Civica
Si trova a Palazzo Pianetti, costruito a metà ‘700 su commissione della nobile famiglia Pianetti di Jesi, e che assunse l’aspetto attuale a metà del secolo successivo, quando fu ristrutturato in occasione del matrimonio di Vincenzo Pianetti con una discendente degli Azzolino. Il piano terra ti accoglierà con la scenografica Galleria degli Stucchi, uno dei massimi esempi di rococò nell’Italia centrale, e le stanze decorate con le storie di Enea (guardala nel video, è splendida!).
Al secondo piano, invece, vi sono gli ambienti di vita della famiglia Pianetti: sale, studioli, salotti, camere da letto e bagni, tutti decorati in stile ottocentesco con temi galanti e scene arcadiche. Comprende il Museo archeologico e le Scuderie di Palazzo Pianetti, il Piano nobile con la Pinacoteca e l’appartamento ottocentesco adibito oggi a Museo d’arte contemporanea.
La Piancoteca ospita una collezione di arte religiosa tra il XV e il XIX secolo. Spiccano per importanza e notorietà alcune opere del veneto Lorenzo Lotto, eseguite tra il 1512 e il 1535: come la Deposizione, l’Annunciazione, la Madonna delle Rose, la pala di S. Lucia, e la Visitazione.
La collezione d’arte contemporanea presenta opere che vanno dalla seconda metà del ‘800 fino ai nostri giorni. La mole di opere è notevolmente aumentata dal dal 1975, quando la collezione si è arricchita dei premi “Città di Jesi – Rosa Papa Tamburi”, voluto dall’artista di origine jesina Orfeo Tamburi. Grandi nomi Come Michelangelo Pistoletto e Luigi Ontani hanno lasciato qui i propri omaggi proprio a Lorenzo lotto.
Nel cortile interno del palazzo si può ammirare un classico esempio di giardino all’italiana, elemento di cerniera con il paesaggio naturale circostante.
Il Teatro Pergolesi
Anche del Teatro Pergolesi, importante centro di incontro dei cittadini e di diffusione della cultura tramite stagioeni concertistiche e di prosa, abbiamo detto in questo video, a cui rimando.
Il museo dedicato a Federico II di Svevia
Se il luogo nativo è oggetto di spontaneo amore ed affetto indifferentemente da tutti gli uomini; se l’amore della Patria natale spinge tutti con la sua dolcezza, ne permette che ci si dimentichi di essa, noi, per la stessa ragione, e secondo natura, siamo portati ed avvinti ad amare Jesi, nobile città della Marca, insigne principio della nostra vita, terra ove l’illustre nostra madre ci ha dato luce, ove la nostra culla risplendette, con che questa città, la nostra Betlemme, terra di Cesare e nostra origine, è incisa nella nostra mente e profondamente radicata nel nostro cuore. E tu Betlemme, città della Marca, non sei la più piccola tra le grandi città della nostra stirpe. Da te infatti è uscito il principe dell’Impero romano chiamato a reggere e proteggere il tuo popolo e non permettere che tu debba ancora essere sottoposta ad un governo nemico. Sorgi, dunque, prima genitrice e scuoti l’angusta oppressione del nostro oltraggiatore. E poi che questi, per sua evidente ingratitudine, ha dimenticato di noi e dell’Impero stesso – prestato alla Chiesa, mandandovi il nostro diletto figliolo.
Questa famosa lettera, inviata dall’Imperatore alla città di Jesi, nell’agosto del 1239, testimonia l’attaccamento dello Svevo alla città dove nacque per caso il 26 dicembre 1194 da Costanza d’Altavilla e Enrico VI (SCOPRI).
All’imperatore Federico II è stato dedicato il museo interattivo Stupor Mundi, inaugurato a luglio 2017 a Jesi. Installato a Palazzo Ghislieri, nella piazza a lui dedicata, vi sono 16 stanze, che iniziano dalle orgini fino alla consolidamento del mito di Federico II.
Entriamo e siamo subito immersi nel buio e nelle luci dei bei centri marchigiani che sono in un certo modo collegati alla sua storia. In una tenda si svolge la vicenda della Stanza 1: Costanza d’Altavilla, dà alla luce il suo primo figlio all’interno di una tenda posta nella piazza della cattedrale di San Floriano e dove oggi sorge Palazzo Ghislieri. Dalla seconda stanza alla sedicesima il racconto del rise and fall dell’Imperatore che fu definito “LO STUPORE DEL MONDO”. Per i dettagli della visita, leggi il nostro approfondimento QUI , troverai anche il video reportage.
INFO UTILI per il museo Stupor Mundi
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