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Un tour dei teatri delle Marche: Teatro Pergolesi di Jesi

La rassegna marchigiana celebra la rete dei teatri storici delle Marche con oltre 180 eventi sparsi sul territorio, che si trovano sul sito della Regione Marche.

 

Nell’ambito della IX edizione del Grand Tour Cultura, intitolata “Marche, terra dei Teatri”, abbiamo visitato la Biblioteca Planettiana di Jesi, che contiene le carte relative alla costruzione dei teatri jesini.

La mostra si intitola “Jesi: che spettacolo! La storia del teatro dalle carte d’archivio”.

Questa è un’occasione aperta a tutti di scoprire la storia più recente del mondo culturale-teatrale della città di Federico II, che prima di aver intitolato al famoso musicista un teatro cittadino, aveva un altro piccolo teatro, e poi l’attuale, denominato Teatro Concordia.
Entrambi sono stati finanziati nel modo che oggi si chiamerebbe “crowdfunding” da una schiera di nobili che voleva un luogo dove si rappresentassero opere serie e buffe (non più in chiesa).

La Sala Planettiana ospita la mostra dedicata alla nascita del teatro a Jesi, con l’esposizione di documenti d’archivio, disegni, progetti e stampe che ne ripercorrono la storia. Noi visitiamo l’intero palazzo con l’esperta guida del bibliotecario Massimo Caporalini.

Cosa trovi in questo articolo:

- La storia del Palazzo della Signoria 

- La storia della Biblioteca Comunale Planettiana

- I documenti, le collezioni, la mobilia della biblioteca storica

- La storia della nascita del Teatro di Jesi

- Le carte in mostra sulla storia dei teatri del Leone e Concordia, poi Pergolesi.
Il Palazzo della Signoria 

La Biblioteca Planettiana si trova al secondo piano di Palazzo della Signoria, una bellissima costruzione con affaccio in piazza Colocci. Il palazzo costruito nel XV secolo dall’architetto Francesco di Giorgio Martini ha avuto tante destinazioni: Palazzo dei Priori nel XV secolo, cioè sede della Magistratura cittadina, Palazzo del Governatore pontificio fino all’avvento dell’Unità d’Italia, poi palazzo ad uso civile come Pretura, archivio e carcere. Restaurato in epoca fascista, ricevette la donazione della collazione libraria dei Pianetti che rese possibile la sua trasformazione in biblioteca.

La facciata presenta un’edicola con il leone rampante, stemma di Jesi, disegnato da Michele di Giovanni da Milano e da suo figlio Alvise, su disegno del Martini. Naturalmente per ricordare la fondazione di Jesi, si citano nell’iscrizione: il Re Esio, mitico fondatore della città lungo le rive d un fiume, il simbolo successivo della città, l‘Imperatore Federico II nato a Jesi il 26 dicembre 1194 (Scopri qui), e il pontificato di Alessandro VI.

“AESIS REX DEDIT FED. IMP CORONAVIT • RES . P • ALEX • VI • PONT.INSTAURAVIT “

A proposito di Federico II di Svevia: abbiamo parlato anche delle leggende che riguardano il figlio, Manfredi, con il nostro amico viaggiatore Fabio Cioffi: vuoi scoprirlo in questo video?

 

Entrando nel palazzo si apprezza subito l’elegante loggiato, con colonne e capitelli corinzi, realizzato dall’architetto e scultore Andrea Contucci, detto il Sansovino. Si trova poi un suggestivo e profondo pozzo-cisterna, non al centro, ma arretrato, in modo da far sembrare più ampio lo spazio. Vi è una scultura di un leone in stile romanico-gotico del XII sec. Il palazzo presenta oggi delle tettoie di compluvio, ma in passato è stato anche totalmente chiuso con un tetto.

La Biblioteca moderna al piano terra è detta la Salara (come antico magazzino del sale), mentre al piano di sopra si trova la sala Maggiore. E qui letteralmente si vive un viaggio indietro nel tempo.

La storia della Biblioteca Comunale Planettiana

Nella sala Maggiore del palazzo si trovano i volumi requisiti da quattro conventi dopo l’Unità d’Italia, insieme a alle scaffalature originali divise per materie che ospitano la collezione e altra mobilia.

Non solo i libri, ma anche i quadri del Lorenzo Lotto furono requisiti, dipinti che oggi si trovano in Pinacoteca e che danno lustro alla città di Jesi. La biblioteca è diventata pubblica dal 1709, grazie a una donazione privata.

I volumi antichi sono dedicati alle materie di studio classiche “filosofico-scientifiche” e non hanno però la collocazione/ suddivisione originaria.

Nella sala Planettiana, che dà il nome alla biblioteca, al piano di sopra, vi sono i 15mila volumi donati dalla famiglia Pianetti di Jesi nel 1906 (Planettis il loro nome latino).

I documenti, le collezioni, la mobilia della biblioteca storica

Alzando lo sguardo notiamo grate e terrazzini novecenteschi che però mantengono le altezze dei solai che un tempo erano i piani delle prigioni.

Tra i pezzi forti della biblioteca vi sono i tre grandi volumi del catalogo, istoriati dai frati, su una carta di stracci, con scritti i titoli in ordine alfabetico, le collocazioni, con delle bellissime capolettere, il tutto fatto a mano nonostante fosse già sviluppata la stampa, perché fosse possibile far le aggiunte delle nuove acquisizioni. Vi sono volumi antichi e moderni, come una riproduzione anastatica della Divina Commedia illustrata da Federico Zuccaro. L’originale si trova nei magazzini della Galleria degli Uffizi di Firenze, quindi è un’emozione particolare poterlo sfogliare grazie al bibliotecario.

Davvero sorprendenti sono i grandi globi del geografo Vincenzo Coronelli: a sinistra il Globo Celeste (1692), con le costellazioni rappresentate secondo l’inconografia del tempo, compreso un calendario sull’equatore con tutti gli avvenimenti più rilevanti del passato (guerre, astronomia, ecc.) destra invece il Globo Terrestre (1688), secondo naturalmente le conoscenze e le scoperte della seconda metà del Seicento. Un tuffo nel passato e nel modo di pensare dell’epoca!

La storia della nascita del Teatro di Jesi e le carte in mostra fino al 7 dicembre 2024

Bisogna sapere che il teatro Pergolesi non è stato il primo teatro, che fu invece il Teatro del Leone, costruito dall’architetto jesino Domenico Luigi Valeri nella piazzetta del Leone. Valeri ne fu anche l’impresario, rientrando delle spese vendendo i palchetti ai principali nobili cittadini. Andò distrutto nel 1892. Le carte in mostra nella Planettiana presentano alcuni impegni di spesa dei nobili in cambio dei palchetti, l’assegnazione degli stessi ad estrazione, una pianta del teatrino a due ordini, con i nomi dei proprietari dei palchi.

Ancora prima della sua distruzione, però, i nobili avevano l’idea di costruirne uno nuovo, con la città ingrandita, in una zona ormai più centrale, seppur occupata dal mattatoio cittadino e adiacente a una rupe. Fu edificato nel 1798 su progetto di Francesco Maria Ciaraffoni, corretto (suo malgrado) dal più famoso architetto papale Cosimo Morelli.

Realizzato con il finanziamento di un “condominio” di nobili jesini, che per alterne vicende dovute a un ralzo delle spese negli anni si trovarono a dover mettere d’accordo le parti sociali su vari fronti: da qui il nome “Teatro della Concordia“.

Ecco in mostra la delibera del consiglio cittadino di allora, gli impegni di spesa di 54 nobili cittadini, un rendiconto delle spese, piante e prospetti del progetto di Ciaraffoni, un acquerello della decorazione del soffitto con rosone centrale, e altri documenti storici.

Nel 1850 viene realizzato dal pittore jesino Luigi Mancini il sipario storico, in cui è raffigurato l’ingresso di Federico II a Jesi: una “leggenda metropolitana” quella del ritorno di Federico di Svevia nel 1220, poiché a Jesi nacque per caso e non vi sono prove storiche che vi fosse ritornato. Naturalmente il mito è più forte della Storia. Il “condominio teatrale” lo rimborsò nel 1856 con il documento che si può visionare.

A metà Ottocento, inoltre, arrivò in città un dono del duca bavarese Massimiliano di Beauharnais: un orologio enorme di pietra sorretto da aquile federiciane e due cornucopie. Sarà posizionato nel 1939 sul tetto del teatro, come da deliberazione esposta nella mostra.

Nel 1883 il teatro perde la denominazione di teatro della Concordia per prendere quella definitiva di “Giovanni Battista Pergolesi“, in omaggio al celebre compositore nato nella stessa Jesi nel 1710: una decisione esclusiva del condominio teatrale.

Dal 1929 il teatro è diventato di proprietà del Comune: la deliberazione è ancora leggibile tra le carte esposte.

INFORMAZIONI SULLA MOSTRA

La mostra è visitabile dal 2 novembre al 7 dicembre gratuitamente negli orari di apertura della biblioteca; non sono presenti ascensori.

Ci sono visite guidate gratuite dalla durata di 30 minuti a cura del personale della biblioteca nelle seguenti giornate: venerdì 8, 15, 22, 29 novembre, 6 dicembre alle ore 18:00, sabato 23 e sabato 30 novembre alle ore 11:00 e alle ore 12:00.

Prenotazione consigliata ai seguenti recapiti: 0731 538387 – planettiana@comune.jesi.an.it

Luogo: Biblioteca Comunale Planettiana – Palazzo della Signoria
Indirizzo: Piazza A. Colocci, 2 – Jesi (AN)
La rassegna “Marche, terra dei Teatri” si tiene fino all’8 dicembre 2024.

Ulteriori info

PER SCOPRIRE LE MARCHE – Fondazione Marche Cultura www.fondazionemarchecultura.it

PER VISITARE IL TEATRO – Il Teatro Pergolesi si trova in piazza della Repubblica, 9.

Se vuoi scoprire la storia di FEDERICO II di Svevia  a Jesi, ti consiglio il mio video:

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