Ecco luoghi favolosi a cui si possono unire appuntamenti enogastronomici, naturalistici, bioesperienze e sprazzi di felicità!

Sono marchigiana, quindi non posso che iniziare da qui! Venite con me nel cuore delle Marche!

La strada del Verdicchio

talamoni in un palazzo a Jesi

talamoni in un palazzo a Jesi

La strada del vino (guarda anche) del Verdicchio dei castelli di Jesi ci dà lo spunto per vedere la città dove nacque Federico II di Svevia. Con il palazzo della Signoria, il Duomo, la Pinacoteca, il Museo diocesano, la fondazione Rosa Papa Tamburi, il Teatro Pergolesi, la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, le sue mostre temporanee (come questa, in video), la sua pinacoteca e il suo archivio.

La strada che va per i castelli di Jesi ci porta a Montecarotto, città del vino e dell’olio, che si offre alla vista con il torrione dell’orologio e la chiesa della SS. Annunziata.

Ricordandoci di Majolati Spontini e del suo museo dedicato al compositore che gli ha dato il nome (vedi la mia intervista QUI), cerchiamo i vigneti a vista d’occhio.

Altra tappa immancabile Cupramontana, città della Festa dell’UVA (l’intervista all’interno di questo reportage), un’istituzione festaiola al pari del capodanno. Qui si visita il Palazzo Comunale (1785), Palazzo Leoni, la Fondazione sagra dell’uva ed il Museo Internazionale dell’Etichetta del Vino.

Prossima tappa Staffolo, bandiera arancione del Tci. Nella costruzione delle mura c’è il Museo del vino. La torre Albornoz (una delle tante italiane, come la Rocca di Spoleto, guarda il video). La piazza Leopardi delimitata con le due chiese di Sant’Egidio e di San Francesco. La piazzetta dell’ospedale dove si trova il Museo del Vino.

Infine, anche Cingoli è sulla Strada del Vino nell’area di coltivazione classica del Verdicchio dei Castelli di Jesi e del Rosso Piceno. Qui ci fermiamo nella tenuta Tavignano, nata nel 1973. 230 ettari ad un’altitudine di 280 m. Qui si produce non solo il Verdicchio dei Castelli di Jesi doc, ma anche il Rosso Piceno doc e Lacrima.

Tavignano a Cingoli

Tavignano a Cingoli

La prima strada italiana del vino in Veneto

Conegliano Veneto, vista

Conegliano Veneto, vista. Foto wiki

La Strada del Vino Bianco è nata nel 1966, ufficialmente la prima via del vino in Italia. Si tratta di un percorso paesaggistico di circa 50 chilometri, che è anche enologico. Infatti percorrendolo conoscerete le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, zona diventata Patrimonio UNESCO nel 2019.

Cosa dire di più? La scoperta di un territorio famoso, ricco di tradizioni, di storia e di eccellenze. Dove nascono le bollicine più famose d’Italia (per ora senza nulla togliere ai meritori concorrenti come i vinificatori di bollicine marchigiani e il metodo classico trentino…)

Si può poi visitare l’abbazia medievale cistercense di Follina in provincia di Treviso. Un tempo si chiamava di Sana-Vallis, o Sana Valle, ad indicare forse un luogo particolarmente fertile dove hanno trovato sede i monaci. Una località che vanta anche uno dei quattro ristoranti stellati della provincia di Treviso, La Corte.

La strada del vino in Alto Adige

Oltre ad ospitare un grande festival a Merano (leggi qui) l’altoadige  è la terra di una famosa strada del vino, ovvero la  Südtiroler Weinstraße. Va percorsa per conoscere le cantine storiche di queste terre. La Strada del vino raccoglie 70 cantine per 16 comuni, per 42 km di percorso in linea d’aria tra Salorno e Nalles.

vigneti e frutteti circondano il Lago di Caldaro

vigneti e frutteti circondano il Lago di Caldaro

E’ molto turistica e la rete di cantine e comuni è perfettamente organizzata per l’accoglienza enogostronomica, sportiva e relais, data la vicinanza con laghi, fiumi, piste ciclabili e montagne. Ecco i comuni interessati:

  • Andriano (Andrian)
  • Ora (Auer)
  • Bolzano (Bozen)
  • Bronzolo (Branzoll)
  • Appiano (Eppan)
  • Caldaro (Kaltern)
  • Cortaccia (Kurtatsch)
  • Cortina (Kurtinig)
  • Magrè (Magreid)
  • Montagna (Montan)
  • Nalles (Nals)
  • Egna (Neumarkt)
  • Vadena (Pfatten)
  • Salorno (Salurn)
  • Terlano (Terlan)
  • Termeno (Tramin)

Mentre la sede della associazione è Caldaro, cittadina graziata dallo splendido lago naturale. Forse Caldaro deriva dal lat. Calidarium e infatti riceve le correnti calde provenienti dal lago di Garda. Nella zona  si producono i vini con il nome “Lago di Caldaro scelto” (Kalterersee Auslese) e il vino Schiava.

 

Il lago di Caldaro è una località gettonatissima in qualsiasi stagione, ma soprattutto d’estate.

Si possono praticare varie attività, dal windsurf, al sunbathing, al giro in pedalò.

(Via Cantine 10 I-39052 Caldaro (BZ). Tel. +39 0471 860 659. info@stradadelvino-altoadige.it )

altoadige

altoadige

 

Sui Colli Albani con i prodotti Doc e Igp

Questo percorso, che da Ciampino raggiunge Velletri, si snoda lungo i pendii dei Colli Albani, nella zona dei Castelli Romani un tempo attraversata dalla Via Appia.

Il territorio è famoso per i vini DOC come il Marino, il Castelli Romani Rosso o il Colli Albani.

Frascati ad aesempio è famoso per il vino ma anche per le bellisime ville tuscolane. Genzano  per il pane casareccio.  Marino (“anvedi ecco Marino” recita la canzone) per la sagra dell’uva ma per molti altri luoghi di interesse storici.

Ariccia, per la porchetta IGP; Lariano (a soli 40 km da Roma) per i funghi, il pane nero e la pasta “cellitti”.

Non distante dal Parco dei Castelli Romani c’è Labico, una località dove assaggiare le tipiche ciambelle ruzze, a base di farina, zucchero, vino, olio e semi di anice.

 

Lungo le strade del mirto in Sardegna

Tipiche dei paesi mediterranei e in particolare della Sardegna, le piante di mirto e le loro bacche sono una delle eccellenze della regione e la chiave per realizzare un prodotto che è oggi è un sinonimo del territorio: il liquore di mirto.

Una delle zone più note per la sua coltivazione e produzione è quella della Gallura, dove oggi le bacche di mirto diventano gelato, oli essenziali.

Non è inutile ricordare la buonissima Ichnusa, birra sarda di proprietà del gruppo olandese Heineken, altro prodotto conosciutissimo dell’isola.