Certo, metterete tre sveglie per esser sicuri di non perdere l’autobus.

Forse, non dormirete la notte o peggio sognerete di perdere l’aereo, se siete ansiosi come me, per la paura di non alzarvi in tempo per il treno o il volo. Oppure, prenoterete un taxi la sera prima, che ti chiami alla tal ora per esser certo di trovarti nel tal posto, come è successo a me in una cittadina inglese qualche tempo fa.

Poi, uscirete la notte alle 4 con la paura di esser assaliti, e troverete un’atmosfera sicura e incrocerete una ragazza che fa jogging. Scoprirete che il tassista dalla pelle scura che scende per far benzina con voi nel taxi, vi ha appena comprato una tazza di caffè fumante, e lo include nel conto.

Non vi dico di partire con lo zaino e poche provviste per il cammino di Santiago o la Terra del Fuoco, ma semplicemente di concedervi un viaggio, anche piccolo, da soli.

Patagonia

Patagonia

Ci sono dei piccoli elementi di difficoltà, se viaggiate da soli: il silenzio forzato, il dover cavarsela sempre e comunque, l’assenza di una spalla che ti incoraggi, ti distragga, ti aiuti fisicamente o moralmente. Ma tutti gli altri sono elementi positivi, che ti rafforzeranno e faranno godere il viaggio nella sua interezza.

Eccone 9, che ho scelto in ordine di importanza, dal mio punto di vista e secondo la mia esperienza di studentessa spesso all’estero. E dato che sarete soli, scrivo questi 9 punti utilizzando il pronome personale “tu”.

_ Esci dalla tua zona di comfort, ne avrai solo miglioramenti

Questo è per me il primo, fondamentale, motivo per intraprendere non solo viaggi da soli, ma anche progetti nuovi. Sono stata a lungo circondata da persone mediocri che non uscivano dal loro circolo, e lì si sentivano regine o re. Senza sforzi per trovar un impiego, per studiare, per apprendere una lingua, per farsi accettare. Erano accettati semplicemente per il compromesso “tu aiuti me e io aiuto te, io pubblicizzo te e tu pubblicizzi me, io recensisco te e tu recensisci me, tu voti me e io ti dò il lavoro, a te o a tuo figlio”.

Le migliori persone che ho conosciuto, e sono tante, avevano viaggiato, cambiato, divorziato, avuto difficoltà contrattuali, fatto esperienze di lavoro all’estero, insomma non erano state così fortunate. Si sentivano inadeguate ma erano così dolcemente speciali. Non erano mai stati confortati da “amici di comodo”. Ma in ogni situazione ingarbugliata avevano saputo uscirne a testa alta, senza sconti o compromessi. Perciò le altre le ho chiamate mediocri: perché la noia e la vita in discesa rende deboli, mentre uscire dalla comfort zone ti mette alla prova, sempre. E se lo fai, si nota.

C’è stato un tempo in cui ogni settimana avevi una verifica, ricordi? Era il tempo della scuola: sudavi freddo, eri preoccupato, studiavi il doppio, e poi, dopo, ti sentivi felicemente stanco e soddisfatto di te. Ogni volta che uscirai dalla comfort zone, specialmente viaggiando da solo, avrai una verifica con te stesso, ora che non sei più uno studente.

 

_ Se viaggi all’estero, imparerai la lingua

Se vai in un paese straniero ma in comitiva, solo se sarete tutti stoici, riuscirete a costringervi a parlare nella lingua di quel paese. Se viaggi solo, leggerai, ascolterai, chiederai, indicazioni stradali, farai due chiacchiere giusto per noia, supererai la paura della cattiva pronuncia e parlerai, parlerai, così anche tanto per passare il tempo! Porta con te un dizionarietto tascabile: nei tempi morti del viaggio consultarlo mentre leggi un giornale sarà un ottimo modo per imparare la lingua, memorizzando le parole, poiché le avrai cercate, pronunciate nella mente e adattate al contesto del testo letto.

_ Ci sono tanti “solos” o “soloist” [eng] al mondo: sarà facile conoscer gente disposta a spendere il suo tempo con te in modo profondo

Viaggiare da soli è frequente, non lo sapevi? Specialmente all’estero, e specialmente in quei paesi dove esiste l’uso dell”anno sabbatico” per studenti, lavoratori e professori universitari. Ma esperienze come l’Erasmus o l’Inter-rail ti aiuteranno anche in Italia. Chi viaggia da solo – salvo eccezioni – è sintonizzato all’ascolto dell’altro, oltre ad empatizzare con chi si trova nella stessa condizione. Potresti trovarti nella necessità di chiedere una mano al prossimo, o di darla. Conoscerai tanta gente, che se fossi rimasto con la tua comitiva, non avresti neanche trovato interessante.

 

_ Puoi cambiare programma all’ultimo, puoi decidere di far qualcosa senza sentirti giudicato

Probabilmente viaggiare “a solas” [spa] ti aiuterà ad esser più organizzato. Ma non è detto: potrai anche improvvisare, senza la difficoltà di convincere qualcun altro a cambiare i piani o a venirti dietro di malavoglia. Ci sono idee originali, creative, occasioni da cogliere al volo, che rendono di più, se fatte da soli. Non avrai così il problema di qualcun altro che considera bislacca la tua idea, o che stenta a starti dietro. Ogni occasione è persa, ricorda. L’importante è non far cose troppo pericolose o impegnative (trekking, escursioni, esperienze varie) perché da soli bisogna far doppiamente attenzione e nessuno ti verrà a cercare se ritardi.

in casa a Rotterdam

_ Sarai più concentrato sul tuo profondo e più attento agli altri

Da soli si pensa, si ragiona, si ricorda, si ascolta. Si medita di più su come spendere il denaro, su come mangiare, su come muoversi. Si ha più tempo per delle piccole coccole, oppure per la lettura. I nostri sentimenti sono più vivaci, i nostri sensi più reattivi. Viaggiando da solo sarai più attento alle reazioni che il tuo corpo ha e i pensieri creativi che la tua mente collega a un luogo o a un profumo. Ti sembrerà più facile metter giù degli appunti, tenere un diario o fare uno schizzo di una statua o un’architettura (parlo per esperienza diretta), magari perché hai dimenticato la macchina fotografica e nessuno te la può prestare.  Allo stesso tempo osserverai di più il prossimo, scoprendo tantissimo.

 

le "stranezze" di Picasso si chiamano Meninas

le “stranezze” di Picasso si chiamano Meninas

_ Ti libererai dai pregiudizi, su te stesso e sul prossimo

Viaggiare fa cadere i pregiudizi. Da soli di più. Sempre per il concetto di comfort zone di cui sopra, tendiamo a credere alle nostre convinzioni, a cercare chi la pensa come noi, a non uscire dal circoletto degli amici. Se viaggiamo scopriamo che per altri è normale professare una religione che induce a cantare e a ballare durante le funzioni, oppure a portare cibo nel tempio perché anche altri ne mangino, o a spargere preghiere nell’aria o a togliersi le scarpe e inginocchiarsi a migliaia in una moschea. Che esistono paesi con centinaia di idiomi differenti o metropoli con centinaia di religioni che avevamo erroneamente già catalogato come “sette”. Che si possono mangiare gli insetti o vestirti con un pareo per ogni occasione. Che la libertà è di tutti e che ogni visione della vita va rispettata.

Scoprirai che i limiti che hai dato a te stesso sono già caduti, e che l’altro che consideravi tanto distante da te, ha proprio la tua stessa visione del mondo. Il pregiudizio ti tiene ostaggio, viaggiando da solo incontrerai la vera libertà nelle piccole cose.

 

_ Tornerai migliore, e più forte

Ogni difficoltà superata, ogni scoglio sorpassato, ogni tristezza caduta, ti renderà più forte. Se non ti metti alla prova non migliorerai mai, questo è molto semplice. Quando viaggi da solo ti capiterà anche di contare sulle solo tue gambe, sulla tua resistenza alla fame o al sonno, sulla tua capacità di sopportazione di una situazione impensata. Di dover trovare un piano B, e alla svelta. Tutto ciò ti ha reso migliore, resiliente, più saggio, al tuo ritorno.

_ Col senno di poi vedrai le montagne insormontabili come piccoli granelli di sabbia

Quante volte hai pensato “questo non lo farei mai”, “non potrei mai sopportarlo”, “al tuo posto me la sarei svignata”, “mai più”. Ecco a volte quei “mai più” si ripetono e non puoi farci niente, dato che non dipendono da te, e la tua reazione è diversa dalla precedente. Contando solo su te stesso imparerai a ridimensionare dolori e difficoltà e a riderci su.

_Scoprirai se ci sei tagliato oppure no

Diciamolo pure, non è una prescrizione medica viaggiare da soli. Se passerai i 15 giorni in lacrime e in depressione, pentendoti amaramente della scelta fatta, di certo non ti divertirai. Ricorderai tutta la vita quel viaggio come un’odissea, quell’hotel come una prigione, quella città come un incubo. Ricordo per contro anche io dei viaggi-apocalisse ma erano in coppia, nella coppia sbagliata, dunque meglio soli che …

Però c’è anche da dire che se non provi, almeno una volta nella vita, non lo saprai mai. Magari anche intraprendendo un viaggio impegnativo, una sorta di compito in classe che ci svegli dal torpore del quotidiano. Dunque perché no?